In faccia a Vale

In faccia a Vale
Tutte le espressioni di un'avventura mondiale

Ne sono passate di stagioni dal debutto di Valentino Rossi. Anni di gare toste, corse e vissute con il coraggio e la determinazione del campione, anche nei momenti difficili. Una stoffa di qualità e uno stile unico, abbinati a una faccia e un look taglia 46, cresciuto negli anni. Come quel modi di vincere, di perdere, di misurarsi con gli avversari e con se stesso. Così, basta mettergli davanti le sue foto, una per una, sullo schermo del computer perché si apra un piccolo viaggio nella sua grande storia di motociclista. Vede le foto e le commenta così come state per leggerle. E' un crescendo di pensieri e parole in cui Valentino rivela una volta di più tutti quei motivi che ne fanno un personaggio unico e una persona speciale.



Valentino guarda questa prima foto, si tratta di rompere il ghiaccio. Poi d'un tratto esce, liberatoria la sua prima considerazione sull'anno del debutto nel mondiale: "Caspita, qui andavo veramente forte... però cadevo troppo spesso. Poca testa. Guarda che faccia buffa. Sì sì, andavo proprio molto forte nel 96"



Il commento sulla foto del'97 è accompagnato da una sonora risata: "Look decisamente da rivedere ?dice Valentino ? I miei capelli crescevano così, lisci e all'ingiù. Ora se li faccio crescere vengono fuori i riccioli. Al di là di questo, è stato un anno storico perché... Insomma, è l'anno in cui sono diventato famoso!"


"Ah, questo qui è il '98, con la 250. Guarda la faccia... Aspetta, fammi rivedere quella del 97. Lo vedi che cambiamento? Nel look, nell'espressione? Sono diventato più ragazzo. Ma soprattutto la questione è che quell'anno tutto è diventato qualcosa più di un gioco"




"Questa foto del '99 è decisamente veritiera. Io in quell'anno ho preso coscienza di essere diventato più grande, nel senso che sono cresciuto, con tutti i pro e i contro di una crescita. Però mi divertivo uguale. Guarda anche qui la differenza con l'anno prima. Là serio serio. Qui invece ho la faccia serena, ho messo anche l'occhiale giallo. Insomma nel '99 ?avevo preso le misure. A me, agli altri, a tutto. Avevo proprio preso le misure".



"Eh, il 2000. A parte il fatto che essere in 500 per me era sempre stato solo un sogno... Con la NSR500 poi non avrei mai pensato di arrivarci. Soprattutto però ho scoperto che anche in 500 il gioco poteva continuare. E' stato l'anno in cui dicevo ma vaffanculo, io ci provo. Ho un solo rimpianto infatti, penso cioè che se ci avessi creduto dall'inizio avrei potuto vincere il mondiale. In fin dei conti riuscivo a batterli. Ho fatto 10 podi. Sì, questa qui è la faccia del rimpianto... Però un bellissimo anno"



"Urca, guarda, guarda come sono cresciuto ancora. Il 2001 è stato in assoluto l'anno in cui mi sono divertito di più. Bellissimo. Di giorno, di sera, con gli amici. Lo metto insieme al 2004. Forse diversi, ma tutti e due strepitosi. La battaglia con Biaggi che finalmente era diventata una cosa vera, tiratissima, fino in fondo. Poi ho vinto. Era un gran team, ufficiale sì, ma facevamo tutto noi. Era il primo team veramente mio, in cui facevamo tutto quello che volevamo, ma lo facevamo bene."



"Ecco il 2002. Sì, un mondiale è sempre un mondiale. Poi era il primo con la motoGp a quattro tempi. Però è stato meno divertente dell'anno prima. In Hrc erano diventati tutti più seriosi, come se servisse per essere anche più professionali. Eravamo professionali anche l'anno prima, ma con più leggerezza, più ironia! E poi la cosa più pesante era quel tormentone per cui tutti dicevano... la moto, la moto, è una moto che va da sola. Insopportabile."



"Il 2003. Quest'anno qui, anche se poi ho lasciato la Honda, è stato più bello del 2002. Finalmente eravamo fuori da quelle cazzate sulla moto che va da sola. A un certo punto mi ero presentato coi capelli tinti di rosso. A Brno. Sì a Brno c'è stato una specie di ritorno alle origini, al divertimento. Poi di quell'anno c'è anche una frase mitica di Albi (amico storico della famiglia Rossi ndr). Dopo il Sachsenring dove Gibernau mi aveva battuto, Albi mi disse < Da adesso spariamo anche sulla croce rossa>. E così feci. Ricordo un grande amore con la moto, un grandissimo feeling. Peccato che con HRC avessimo obiettivi diversi. Ed è finita."



"Il 2004 è un anno difficile da spiegare. Nella foto vivo una specie di beatitudine. Beh, è stata la consacrazione assoluta. Non so come dire: se prima era stato bello... Insomma, mentre prima ero a un livello che poteva essere il top di qualcosa che aveva delle misure, ecco, qui basta, le misure sono saltate. Non vorrei dire con gli avversari, direi più con me stesso. Mi sono elevato, sopra. Ho preso una moto che era disastrata, riuscendo in qualche modo a spiegare finalmente che il pilota conta più della moto. Come gusto personale è impagabile. Ecco nel 2004 direi che mi sono spinto fino a scoprire il mio limite, cosa che prima non avevo mai fatto."



"A parte che questa foto riguarda una gara che non ho vinto?Però la Yamaha gialla di Laguna Seca era bellissima. Il 2005 è stato un altro anno divertente. Dopo la sbornia della prima stagione vincente con la Yamaha era arrivata la stagione di rendere quel sogno un po' irrazionale, quella pazzia, qualcosa di più concreto. Che poi però è stato folle lo stesso; guarda che faccia da pazzo. Ci sono state anche delle tensioni, però una bellissima stagione. Mamma mia quanti capelli avevo!"



"Nel 2006 io non ero granchè cambiato, si vede anche dalla foto. Stavano cominciando a cambiare però un po' di cose. Il rapporto con la Michelin soprattutto, che fino a lì era andato tutto bene, alla fine della stagione mi aveva dato delle delusioni che non mi aspettavo, anche perchè io avevo dato molto. La rimonta da -51 punti che avevo a laguna Seca fino all'ultima gara quando mi sono steso è stata comunque una delle imprese più belle che ho fatto. Anche se poi alla fine ho capito molte cose..."



"Non mi ricordavo di aver fatto tre stagioni coi riccioli! Qui servivano per mettere le mani nei capelli, perchè il 2007 per quanto mi sforzassi di essere sempre me stesso non ne andava dritta una. E' venuta fuori la storia del fisco che mi è servita per capire che era ora di cambiare qualcosa. Alla fine è stata un'occasione per mettere a posto la mia vita, anche se molta gente l'ha presa male. Ci sono delle cose che ho sbagliato, ma non è stata quella vicenda a togliermi lucidità. Mentre Stoner andava fortissimo io ce la mettevo tutta per fare del mio meglio, ma con la Michelin non girava più e anche con la Yamaha avevamo sbagliato troppe cose sulla moto. Se devo cercare del buono anche nei mali tecnici che ho avuto, beh certamente sono felice di aver cambiato le gomme..."



"Fate voi. Per me è la stagione del riscatto in tutti i sensi. Io non ho mai avuto paura di essermi perso qualcosa per strada. Ho sempre saputo che se sono a posto vado d'accordo col cronometro e con gli avversari. Ho cambiato molte cose, ne ho azzerate altre, compresi i capelli, ho persone nuove vicine, una bella serenità che ha reso di nuovo molto divertente il mio mestiere. Diminuiscono i soprassi e bisognava inventarsi una nuova maniera di correre. Credo di essere uno che si adatta abbastanza bene a tutto. E' il mio mondiale. E' mio, è per me e per quei pochi che non mi hanno mai mollato. Poi ho battuto anche Agostini. Bello, bello, troppo bello"

preso da: http://www.sportmediaset.it/motori/articoli/16074/